Una riunione di intellettuali organici del PCI che fu

Una riunione di intellettuali organici del PCI che fu

24 Dicembre 2013 0 Di Ettore Maria Colombo

Presenti: una cinquantina di persone, pochissime con la tessera del Pd in tasca, ma tutti rigorosamente di sinistra e dalla storia (socialista, comunista, azionista, etc.) personale politica e intellettuale ‘impegnata’ ed ‘engagé’ come si sarebbe detto un tempo adamantina. Votanti (se mai avessero deciso o decidessero di votare, alle primarie del Pd dell’8 dicembre prossimo, cosa nient’affatto scontata, anzi tutt’altro) la stessa cinquantina. Voti per Gianni Cuperlo: quaranta abbondanti. Voti per Matteo Renzi: zero, anzi: meno di zero. Voti per Pippo Civati: non pervenuti. voti per Luciano barca (ove Luciano Barca si fosse deciso a presentarsi alle primarie): una decina.

Anche così si potrebbe raccontare una serata ‘a porte chiuse’ organizzata tra e da il meglio dell’intellettualità della sinistra italiana ma rigorosamente a porte chiuse.

Renzi e civati

Matteo Renzi e Civati

Luogo: il tempio romano della casa editrice Laterza, storico braccio secolare della liberaldemocrazia e del pensiero di Benedetto Croce come la Einaudi di Giulio Einaudi lo fu del Pci di Gramsci-Togliatti-Longo-Berlinguer. Officiante Giuseppe Laterza, figlio di Vito, dell’omonima dinastia. Co-officiante e elazione introduttiva affidata alla storica (del PCI, ovviamente) Simonetta Fiori. Motivo: un cenacolo di intellettuali (di quelli che proprio non si fanno ne’ producono più da nessuna parte, in Italia…) tutti carichi di gran nome, di altissimo profilo, di storia onusta di gloria e veneranda eta’ chiamati a celebrare e ricordare il giornalista e saggista, oltre che vero intellettuale della Prima Repubblica che fu, Nello Ajello, che ha scritto su diversi giornali (il Mondo, l’espresso. Repubblica), ma soprattutto il suo libro piu’ famoso. Quell’Intellettuale e Pci che, pubblicato in due volumi (il titolo del secondo volume era pero’ Differente dal primo e s’intitolava Il lungo addio) proprio per la Laterza, seguì e segno’ la storia e le vicende del rapporto tra intellettuali molto o molto poco ‘organici’ e il partito comunista piu’ grande dell’Occidente da una prospettiva e una cultura, quella di Ajello, affatto comunista ma liberaldemocratica, oltre che da una verve, un’ironia e una capacità di scrivere e raccontare impareggiabili.
Partecipanti attivi al cenacolo (lungo, soffuso e circonfuso di luce propria che fu) una cinquantina di persone circa, tutte di qualche o discreta fama e importanza nella sinistra che fu. Persone che, di certo, hanno lasciato il segno e fatto parlare di se’ con le loro opere, i loro libri e le loro prese di posizioni pubbliche nel corso degli anni. Si andava infatti dall’ex premier Giuliano Amato al professor Alberto Asor Rosa, dall’intellettuale organico (al Pci ieri, al Pd di sinistra oggi) Alfredo Reichlin al linguista Tullio de Mauro, da Franca Chiaromonte (tra le pochissime donne presenti) a Emanuele Macaluso, storico dirigente del Pci, ex direttore de Il Riformista e amico personale del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, dal politologo Mauro Calise al politologo (ex finiano, quindi presente in qualita’ di ospite esterno a un gruppo di ex-Pci…) Alessandro Campi, dal giornalista del Corriere della Sera, e intellettuale disorganico, Pigi Battista, fino appunto all’ex dirigente di Bankitalia, ex ministro e ora dirigente del Pd Luciano Barca, unico politico presente in quanto tale.

Molti e complessi i discorsi e gli argomenti portati a sostegno delle diverse, ma in gran parte coincidenti tesi politiche, ideali, programmatiche e ideologiche presenti, cosi’ tante da essere di fatto impossibile riferire in modo serio e argomentato di tutte. Alcune perle, pero’, sono imperdibili. Giuliano Amato ricorda che “-anche io, nel 1956, mi aggiravo per le strade chiedendomi come sarebbe stato possibile far andare avanti il mondo ora che era morto Stalin, eppure ero gia’ un liberalsocialista perché eravamo un gruppo di giovani intellettuali che voleva cambiare il mondo”. Tullio de Mauro ricorda l’odio viscerale dei comunisti liberari e di sinistra per i comunisti ortodossi e togliattiani come Giorgio Napolitano (“adda muri’, napulitane”) e Asor Rosa rivendica il liberalismo di sinistra di Ajello come unica prospettiva utile per poter ‘raccontare’ il PCI, ma è la sua ultima battuta fulminante (“la notizia di stasera e’ che Reichlin e Macaluso mi hanno scavalcato a sinistra…”) a cogliere il punto del ragionamento svolto dal cenacolo di intellettuali raccolti ieri da Laterza.

Sia Macaluso che Reichlin, infatti, danno il funereo annuncio: “la sinistra e’ morta, dopo l’89, e il pds-ds-pd ne ha solo certificato la morte, bisogna ricostruirla. Siamo pronti a farlo con e dentro il pd o fuori, con pezzi di esso, ma daremo battaglia”, promette Macaluso. non solo. Come spiega Reichlin, “Alfano, Letta e Renzi sono tre democristiani e stanno vincendo loro e imponendo la loro visione del mondo. Il partito non e’ solo uno strumento, ma anche una polis, senza non si va da nessuna parte. Voglio fare la mia battaglia, anche da posizioni di minoranza, dentro o fuori”. barca – cui molti dei presenti in sala avevano sperato si candidasse alla guida del PD – chiede un ritorno alla figura dell’intellettuale organico e che sia pronto a schierarsi contro il pensiero unico della finanza e del liberismo. Anche Amato chiede lo stesso e’ verso sera, col crepuscolo, quando la riunione si scioglie, ma una cosa e’ certa: intellettuali, dirigenti, storici ed economisti del PCI che fu sono pronti alla loro ‘buona battaglia’. Renzi non se ne preoccuperà né poco né punto, ma loro la faranno.

(articolo pubblicato sull’huffington post)