Renzi stoppa le vacanze agli onorevoli. La rivolta dei peones: “Lavori lui, ad agosto”

Renzi stoppa le vacanze agli onorevoli. La rivolta dei peones: “Lavori lui, ad agosto”

18 Luglio 2014 0 Di Ettore Maria Colombo

“Dotto’, una cosa del genere nun s’è mai vista in sessant’anni che sto qua e nun credo se vedrà”. I commessi come pure i camerieri della Buvette di Montecitorio non ci possono né vogliono credere

Il tema che angoscia deputati di ogni ordine, grado e partito non è, dentro la Camera dei Deputati, l’aereo malese abbattuto in Ucraina bensì un problema ben più stringente e angosciante, le‘ferie’.
“Poche vacanze, quest’anno”, ha detto il premier, Matteo Renzi, ai gruppi parlamentari del Pd l’altra sera, seguito da un sordo brusio. Il governo, ormai si sa, di ferie non ne farà per nulla, neppure il 15 di agosto. “D’altronde – racconta Elisa Simoni, democrat toscana e accanita fumatrice di sigaro nel fumoir del Transatlantico – Matteo è fatto così: nemmeno quando era presidente della Provincia di Firenze (e la Simoni era assessore, ndr.) le faceva”.

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Il premier Matteo Renzi in posa da ‘bullo’

Il mio capo non si chiama Renzi, ma popolo italiano e le ferie le decide il presidente della Camera e la conferenza dei capigruppo”, sbotta un democrat pugliese di lungo corso nello stesso corridoio. Il problema, infatti, sta tutto qui e va letto in punta di regolamento. Il governo ha già pre-allertato i gruppi di maggioranza (Pd-NCD-Sc-Popolari) a garantire disponibilità e presenza fino all’8 agosto e a partire dal 25 agosto. Morale, resterebbero ‘solo’ 17 giorni di ferie. Poche? Tante? Dipende dai punti di vista.
Certo è che sarebbe il minimo storico. Nell’estate del 2012, infatti, quella da tregenda causa picco spread e governo Monti di salute pubblica, se è vero che il Parlamento convertì ben tre decreti contenenti altrettante manovre finanziarie, tutto fu fatto ‘a commissioni riunite’ e cioè con dibattito lampo e votazioni di un giorno solo. Risultato: persino quell’estate le ferie (27 giorni) furono salve. E anche l’anno scorso (governo Letta) le ferie furono riposanti (sempre 27 giorni). E i diciassette giorni di ferie prevedibili oggi, anche se l’ultima parola spetterà ai presidenti di Camera e Senato? Un insulto o un affronto, per i più.

Naturalmente sotto anonimato rigido e circospetto, i deputati (democrat, per lo più) si scatenano. Contro il loro premier, ovviamente. “Non mi manda in vacanza ad agosto? Mi prendo tutto settembre” ghigna un deputato abruzzese. “Nessuno di noi verrà qui a Ferragosto, i decreti se li approvi pure da solo visto che è tanto bravo, sto Renzi” urla un altro, paonazzo. Ignazio La Russa, ex ministro oggi leader di Fli, fa il saggio: “Importante è lavorare bene, il giusto, non inutilmente, ad agosto”. I grillini, ovviamente, sono pronti a lavorare e come un sol uomo. Certo, Ettore Rosato, delegato d’aula del Pd, forse perché triestino (ergo asburgico) assicura la compattezza dei suoi: “Tutti i deputati del Pd saranno in aula a lavorare per approvare tante cose urgenti” ma già Pippo Civati scherza: “Un po’ di vacanze farebbero bene pure a lui, a Renzi”. Il quale invece starà a Roma, a palazzo Chigi. A lavorare, si capisce. Figli e moglie si godranno villa Pamphili.


NB. Questo articolo e’ stato pubblicato il 18 luglio 2014 sulle pagine di politica del Quotidiano nazionale