La Grande Riforma alla (dura) prova dell’aula. Al via la discussione generale sul ddl Boschi. All’ostruzionismo dei contrari si aggiunge la Lega. E i dissidenti Pd e FI alzano la voce. Nel Pd nessuno osa attaccare il premier e così è il ministro Boschi a finire nel mirino

La Grande Riforma alla (dura) prova dell’aula. Al via la discussione generale sul ddl Boschi. All’ostruzionismo dei contrari si aggiunge la Lega. E i dissidenti Pd e FI alzano la voce. Nel Pd nessuno osa attaccare il premier e così è il ministro Boschi a finire nel mirino

21 Luglio 2014 0 Di Ettore Maria Colombo

ROMA – Le riforme, e cioè “la madre di tutte le battaglie che stiamo affrontando in questi giorni”, per dirla con il piglio guerresco del ministro alle Riforme Maria Elena Boschi, sono approdate, a partire da oggi, in Senato. Compito e lavoro non facile, a dirla tutta. Infatti, se è vero che gli effetti della sentenza Ruby hanno subito prodotto i loro benefici effetti – a voler guardare le cose dal punto di vista di palazzo Chigi – con tanto di rinsaldamento (definitivo?) del ‘patto del Nazareno’, il governo rischia di fare i conti senza l’oste. E ‘l’oste’ si chiama Aula, schiumante rabbia, insofferenza e insoddisfazione, di palazzo Madama. Come sempre in questi casi, infatti, ai calcoli politici si mischiano problemi e veri e propri drammi personali.

 

Infatti, se nella ‘fronda’ dei dissidenti di casa Pd c’è chi lo fa per convinzione profonda (Chiti, Tocci, etc.), chi quasi per dispetto (Mineo) e chi in modo intelligente e collaborativo (Gotor, Russo), in casa azzurra i dissidi di linea politica avversa a quella del Cav (Fitto, ma anche i cosentiniani e altri ‘sudisti’ sparsi tra FI e Gal) si mischiano con voglie ed eccessi di protagonismo (Minzolini). Infine, a complicare le cose, oltre all’ostruzionismo, ormai palese – specie dopo la rottura del (finto) dialogo sulle riforme M5S/Pd – dei grillini e quello dei vendoliani (tutti ‘ortodossi’, e cioè sulla linea Vendola, non a caso neppure uno è uscito dal gruppo di Sel), ci è messa, e a partire da oggi, pure la Lega Nord.

Roberto Calderoli (Lega), correlatore del ddl riforme al Senato.

Roberto Calderoli (Lega), correlatore del ddl riforme al Senato.

Per un Calderoli sostanzialmente ‘collaborativo’ , ma che ieri avvertiva la Boschi (“Non è vero, come lei dice, che il tempo della trattativa è finito”), c’è un segretario, Matteo Salvini, che avverte Renzi via schermi di Agorà estate (Rai 3): “Il Senato così com’è non serve, la riforma, così com’è, non la votiamo”. Morale: già sommabili i voti di M5S (ortodossi, 40, e dissidenti, 14), Sel (7), due su dieci dei Popolari (Mauro e Di Maggio), i dissidenti democrat (15, ma forse meno) e azzurri (tra cinque e dieci, dipende dalle capacità di ‘convinzione’ che metterà in campo Berlusconi verso di loro in questi giorni…), se arrivano i 15 senatori leghisti, la differenza la potrebbero fare – per far ottenere al governo e alla maggioranza l’agognata ‘quota’ dei 2/3 (214) dei voti utili a evitare il referendum confermativo – due gruppi minori e molto magmatici, Gal (11) e Autonomie (10). Non a caso, già oggi M5S e Sel chiederanno di mettere ai voti la necessità di rispedire il ddl Boschi in commissione e, nel corso dei prossimi giorni, se ne vedranno delle belle sugli articoli più deboli e contestati della riforma del Senato: elettività dei senatori, se di primo o secondo grado e come, immunità degli stessi, riduzione del numero dei parlamentari, se debba riguardare pure la Camera.

A complicare di più le cose, c’è anche il timing dei lavori d’aula. Dopo circa trenta ore di dibattito, quelle della scorsa settimana, è iniziata la discussione generale sul ddl Boschi (recante, appunto, riforma del Senato e riforma del Titolo V della Costituzione). Una discussione che si era già rivelata infuocata e ‘caldissima’, oltre che lunga quanto quella del Senatus et popolusque romanum (124 interventi di altrettanti senatori, venti minuti cadauno), ma che, da oggi in poi, s’è capito che la settimana in corso sarà pure peggio. Dopo le repliche dei due relatori, infatti, e prima di iniziare il vaglio degli emendamenti (4500 quelli presentati ‘solo’ sui primi due articoli del ddl, 7831 in tutto, 6 mila solo da Sel…) ha preso la parola la Boschi ed è stata proprio lei a dar fuoco alle polveri. “Le bugie, in politica, non servono, anzi, come diceva Fanfani – ha detto la ministra in Aula – hanno le gambe corte. Parlare di svolta illiberale e autoritaria in corso nel Paese è una bugia allucinante”

Il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi (Pd)

Il ministro alle Riforme Maria Elena Boschi (Pd)

 

Apriti cielo. Si sono indignati tutti, dai grillini – non nuovi ai soliti show en plein air d’Aula, tra cartelli, urla belluine, pianti e persino letterali svenimenti – ai ‘sellini’, dai dissidenti azzurri a quelli Pd (Mineo) fino ai più oscuri senatori peones di ogni ordine e grado. Il presidente, Pietro Grasso, ha cercato inutilmente di riportare la ‘calma’ in Aula, ma ormai la frittata era fatta. ‘Frittata’, quella della ministra, che fa il paio con l’intervista rilasciata ad Avvenire pochi giorni fa in cui apriva al nemico storico della sinistra italica da decenni (il semipresidenzialismo di craxiana memoria..) e che la mette in una posizione scomoda e difficile anche dentro il Pd. Infatti, se ‘contro’ Renzi, tra i democrat (senatori o deputati) è difficile trovare qualcuno che osi dire ‘ah’, contro la Boschi se ne sentono – specie nei corridoi del Transatlantico – di tutti i colori. E se è vero che c’è del sessismo malcelato, in tali critiche, è anche vero che i mugugni sul Pd a trazione renziana salgono d’intensità. Eppure, il premier è stato chiaro: “L’ostruzionismo è un sasso messo sui binari delle riforme”, ha detto dal Mozambico, “ma noi con pazienza togliamo il sasso e faremo ripartire il treno”. L’intento politico di Renzi, del governo e dei renziani di casa Pd è chiaro. Il solo elemento che latita in modo lampante è la pazienza, che a metter ‘sassi’ sulla via delle riforme ci pensano i dissidenti.


NB. Questo articolo è stato pubblicato sulle pagine della sezione Politica del quotidiano on-line Pagina 99