Alfano prova a riposizionare l’Ncd. Ora gli alfaniani, tagliati fuori dal centrodestra, guardano a Renzi anche per le alleanze locali

6 Novembre 2014 0 Di Ettore Maria Colombo

Alfano, da ministro dell’Interno ha dovuto affrontare l’ennesima richiesta di dimissioni

Il ministro dell'Interno Angelino Alfano

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano

 

 

 

 

 

 

 

 

Da segretario del Nuovo centrodestra (Ncd) è chiamato a sciogliere il nodo del riposizionamento e i malumori che ne deriveranno.Sono tempi duri, per Angelino Alfano. Ma sono anche tempi carichi di cambiamenti.
I confini del ‘Partito della Nazione’, già allargati a dismisura con l’ingresso nel gruppo Pd di Andrea Romano (ex Scelta civica) e Gennaro Migliore (ex Sel), potrebbero presto conglobare anche il suo Ncd. Ipotesi affascinante, per alcuni. Spaventosa, per altri.

PIZZOLANTE: «COSA CI FACCIO IO A DESTRA?». «Vedi», ragionava il parlamentare alfaniano Sergio Pizzolante con un collega alla Buvette di Montecitorio, «non solo è finita la Guerra Fredda, non solo è imploso e fallito dopo 20 anni il centrodestra, ma Renzi sta finalmente distruggendo la sinistra comunista del Pd e il sindacato rosso, la Cgil».
Per poi chiedersi: «Cosa ci faccio ancora io a destra? Io sono un socialista riformista e il nuovo Pd di Renzi a me piace».
QUAGLIARIELLO: «L’ASSE COL PD DURERÀ A LUNGO». Ancora più esplicito l’ex ministro e coordinatore nazionale del partito, Gaetano Quagliariello, nell’intervista a Un giorno da pecora (Rai Radio Due) del 3 novembre. «L’ex centrodestra è morto, il patto del Nazareno è un sarchiapone, il Pd è diventato di centrodestra, potrebbero iscriversi a Ncd…». E a Formiche.net: «L’asse tra Ncd e Pd durerà più di mille giorni, è di legislatura».
Risultato? «Il nome Ncd in una fase è servito, ora la fase è nuova. Sceglieremo il nuovo nome più avanti».
Insomma, il percorso c’è: cambiare nome, posizionarsi come ‘ala destra’ del centrosinistra e allearsi con il Pd dove si può (in Campania, forse, e altre Regioni).
SALTAMARTINI: «IO COI DEM? MAI, MEGLIO LA LEGA». Tutti d’accordo? Mica tanto. L’attuale portavoce del gruppo alla Camera, Barbara Saltamartini (ex An), piuttosto che lavorare a una prospettiva simile farebbe le valigie. «Io con il Pd? Mai. Sono una persona di destra. Casomai me ne vado con Fratelli d’Italia e la Lega, loro fanno un buon lavoro».
Altrettante resistenze arriverebbero da Carlo Giovanardi e Roberto Formigoni (troppo ingombrante, per Renzi), mentre il ministro Maurizio Lupi ha un solo sogno: candidarsi a sindaco di Milano.
Felice dell’idea sarebbe, invece, il ministro Beatrice Lorenzin: lei si trova bene a lavorare con il premier, che la stima, e coltiva da tempo l’alleanza organica tra Ncd e Pd.
de girolamo e berlusconiL’alleanza con Forza Italia, d’altronde, sembra appartenere al passato.
Ne sa qualcosa il capogruppo Ncd alla Camera, Nunzia De Girolamo. In Campania, dove si vota a marzo 2015, ha provato a unire le forze con l’attuale governatore, l’azzurro Stefano Caldoro, che si ricandida, ma Silvio Berlusconi non ne vuole sentir parlare.
Caldoro vorrebbe l’alleanza perché sa che i numeri sono risicati (il partito di Alfano è decisivo anche solo per reggere in piedi l’attuale giunta), ma Ncd e la stessa De Girolamo chiedono ‘pari dignità’ anche nelle altre Regioni al voto.
«La Campania non deve costituire un’eccezione, ma essere un laboratorio-modello per ricostruire un centrodestra vincente», ha spiegato De Girolamo dopo un incontro con Lorenzo Cesa (Udc) e Mario Mauro (Popolari), «per ora ci sospendiamo da giunta e consigli».
FORZA ITALIA TAGLIA FUORI IL NUOVO CENTRODESTRA. Il ‘taglia-fuori’ di Forza Italia contro il Ncd sta calando come una mannaia dalle Alpi alla Sicilia. In Emilia-Romagna, l’alleanza Fi-Lega-FdI ha prodotto la candidatura di un leghista, Alan Fabbri, costringendo Ncd e Udc a presentare una lista e un candidato autonomo privo di ogni speranza, Alessandro Rondoni.
In Calabria, il candidato azzurro, Wanda Ferro, fa a meno del Ncd, cui tocca andare da solo senza speranza di agguantare il quorum (all’8%) e con Antonio Gentile furibondo per la campagna acquisti e pronto all’ennesimo addio.
Le cose non vanno meglio nel resto delle Regioni italiane, dove il diktat di Berlusconi, che dei ‘traditori’ del Ncd non vuole neppure sentir parlare, impedisce al partito di Alfano di toccare palla ovunque: a dare le carte, ormai, è Matteo Salvini. Ed ecco perché nel Ncd si fa strada l’ipotesi di un asse col Pd a livello locale.
«NON ABBIAMO NULLA A CHE FARE CON SALVINI». Il ministro dell’Interno, superata la mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti da Sel dopo gli scontri a Roma tra polizia e operai dell’Ast (votata ieri sera, il 5 novembre, ha visto) 367 contrari, 125 favorevoli, tra cui i civatiani del Pd), ora può lavorare a tempo pieno alle alleanze.
Nei pensieri di Alfano, oltre al futuro del suo partito, c’è anche il ‘dispetto’ della Lega, i cui deputati hanno appoggiato la richiesta di sfiducia. Un motivo in più per far dire ai suoi: «Non abbiamo nulla a che fare con Salvini». Sottotesto: e neppure con Berlusconi. Il futuro è Renzi.

NB. Questo articolo è stato pubblicato sul sito di notizie Lettera43.it  il 6 novembre 2014.