Quirinale NEW/1. Numeri da sapere su Grandi elettori, gruppi, maggioranze, franchi tiratori

30 Dicembre 2014 1 Di Ettore Maria Colombo

In breve, ecco alcuni numeri da sapere sulle prossime elezioni per il Quirinale. NB. Numeri di Grandi elettori, maggioranze possibili e franchi tiratori sono aggiornati a oggi, 7 gennaio 2015, grazie a giornali e siti di Camera e Senato

I ‘Grandi elettori’. Il collegio elettorale che elegge il presidente della Repubblica è speciale sin dalla sua composizione. Consta, ad oggi, di ben 1009 ‘Grandi Elettori’. I parlamentari sono 951, così suddivisi: 630 deputati e 321 senatori. Di questi últimi 315 sono i senatori eletti e cinque senatori a vita già in carica (quattro nominati da Napolitano: Cattaneo, Piano, Rubbia, Monti e uno, Ciampi, in qualità di ex presidente della Repubblica) cui si aggiungerà’ un ‘nuovo’ senatore a vita, il sesto, Napolitano, dal giorno delle dimissioni. Ai 951 parlamentari vanno aggiunti i 58 delegati eletti da ognuna delle 20 Regioni (tre per ogni regione, tranne la Valle d’Aosta che ne ha uno) in base ai risultati delle elezioni più recenti (l’elezione avviene dentro i consigli regionali).
Quorum. E’ fissato dalla Costituzione: maggioranza di due terzi (dei votanti, non degli aventi diritto, cioè’ dei 1009 Grandi elettori) nei primi tre scrutini (pari a 672 voti), maggioranza assoluta (505 voti) dal quarto scrutinio in poi.
Consistenza dei vari gruppi. Il Parlamento è molto cambiato, dal 2013 a oggi. Vediamo come e perché. Il gruppo Pd, già forte di suo, è quello cresciuto più di tutti, salendo da 430 delegati a 446 delegati, grazie ai molti ingressi provenienti da Sel e Sc e alla conquista di ben 5 regioni (Abruzzo, Calabria, Piemonte, Sardegna, Friuli). Il gruppo di Forza Italia è crollato dai 211 delegati dell’allora Pdl ai 143 attuali. Un altro gruppo che è collassato è quello dell’M5S: da 162 delegati l’M5S è sceso a 143. Terremoti anche nei gruppi minori. Scelta civica, da 69 delegati, si è frantumata: 32 i ‘civici’ attuali. Si è semidissolto pure il gruppo Popolari per l’Italia, crollato da 28 a 13 unità. In area centrista infatti va registrata l’altra novità. Ncd, nato dalla scissione del Pdl, che da solo aveva 63 delegati, è salito a 77 delegati grazie alla fusione con l’Udc. Questo per restare ai partiti maggiori. Tra i gruppi minori figurano: i 15 senatori di Gal, vicini a Forza Italia, i 30 delegati dell’area Autonomie-Estero-Psi-Psi,che votano sempre col governo, 11 non iscritti ad alcuna componente e, di solito iscritti al Misto di Camera e Senato, gli ormai già 20 ex grillini fuoriusciti dall’M5S. Infine, gli altri gruppi di opposizione. La Lega Nord ha 39 delegati, Fratelli d’Italia 9, SeL solo 34, dopo averne persi dieci.
Maggioranze teoriche, ma possibili. La maggioranza di governo avrebbe, sulla carta, i numeri per eleggersi il nuovo Presidente della Repubblica da sola. Infatti, sommando i delegati di Pd (446), Area popolare (77), Autonomie-Psi (30), Popolari (13) e Sc (32), il totale recita 598 grandi elettori. Un numero di voti ben superiori, dal IV scrutino, alla maggioranza semplice (505). La somma di maggioranza di governo (598 voti) e FI (143) fa addirittura 741 voti. Cifra astronomica che consentirebbe,core io un accordo ferro tra Pd-FI (patto del Nazareno e alleati minori di governo, a partire da Area popolare (Ncd+Udc) di eleggere il Capo dello Stato gi’ nei primi tre scrutini (675 voti il quorum). Basti pensare che Napolitano fu rieletto con 738 voti. Il patto del Nazareno versione stretta (Pd+FI) ha invece 589 voti (446 del Pd e 143 di FI). Pochini se si introduce l’altro elemento in campo, quello dei ‘franchi tiratori’.
I franchi tiratori. Tutti questi calcoli scontano infatti la molto concreta fronda di quasi duecento (e oltre?) ‘franchi tiratori’ provenienti dalle fila di tutti tali partiti. E così divisi: se Renzi può’ contare, nel Pd, di uno zoccolo duro di 250 grandi elettori circa su 446, i dissedenti godono di numeri variabili che vanno dai 150 ai 200, nelle previsioni più nere. Così’ suddivisi: 25-30 dalemiani, 60-80 bersaniani, 10 civatiani, 20 area Cgil, 10 di Fioroni, 10 malpancisti a vario titolo. Più’ una cinquantina di parlamentari che, a seconda del momento e della convenienza, potrebbe passare dalla maggioranza alla minoranza. Dentro FI ci sono i 40-50 parlamentari ribelli guidati da Fitto e sempre più’ numerosi. 20-30 i centristi inquieti presenti in Area popolare, dieci i centristi tra Sc e Popolari. Senza contare il pacchetto dei 20 grillini usciti gia’ dall’M5S è un’altra ventina di grillini dissidenti ma ancora oggi iscritti al partito di Grillo.

NB. I numeri principali contenuti in questo articolo sono stati pubblicati in un pezzo uscito il 30 dicembre 2014 per Quotidiano nazionale (http://www.quotidiano.net)