#VersoleRegionali/5. Renzi in Campania si schiera apertamente per De Luca che lo porta in giro per Salerno, ma i problemi del Pd campano restano tutti

23 Maggio 2015 0 Di Ettore Maria Colombo
Matteo Renzi parla davanti alla Direzione del Pd riunita per discutere sull'art. 18

Matteo Renzi parla davanti alla Direzione del Pd riunita per discutere sull’art. 18

Uno: “Sulla legalità, il nostro governo non prende lezioni da nes-su-no!”. Corollario: “Non basta un bell’articolo di giornale (qui ce l’ha con Roberto Saviano, ndr.) per combattere la camorra! La
camorra si combatte corpo a corpo, portando lavoro e legalità!”. Due: “Siamo l’unico partito che fa le primarie e ha la democrazia interna. Non vedo l’ora che anche l’altra parte (il centrodestra, ndr.) faccia le primarie”, quelle che, appunto, hanno decretato la vittoria dell’attuale, e molto discusso, candidato del Pd, De Luca. Con tanto di corollario velenoso contro Letta (Enrico) che “alle primarie in cui sfidavo Bersani gli ha portato i voti di De Luca!”. E’ la frase tre, però, quella che conta: “Se nei prossimi cinque anni la Campania sarà amministrata come Salerno, il Pil del Paese crescerà dell’1% e con la Campania crescerà l’Italia. Il nostro impegno e del Pd perché vinca De Luca è totale: Forza Enzo!”.
Ecco, è quando il premier, Matteo Renzi, parlando nella città del sindaco ‘sceriffo’, Vincenzo De Luca, nella sua amata Salerno (città che lo ricambia con grande affetto), all’hotel Mediterraneo, pronunzia queste parole – in maniche di camicia e senza cravatta (format ormai standard, per Renzi, in questa
campagna elettorale) – che la sala esplode di gioia. E’anche il momento in cui De Luca, candidato governatore di un Pd diviso in mille pezzi, senza SeL, che candida l’ex operaio e dirigente comunista
Salvatore Vozza, e senza molto altro, a partire da pezzi di Pd che gli remano contro, ma con un sacco di ‘aiutini’ forniti dalle ormai famose liste ‘sporche’ o zeppe, che dir si voglia, di ‘impresentabili’, si lascia andare – lui sempre così composto, quasi identico, ormai, alla sublime imitazione che ne fa Maurizio Crozza – a un largo, grande, sorriso. Del resto, tutto si può dire che il premier, quando sente “l’odore del sangue”, non si getti di peso nella lotta. Il guaio è che stavolta, non doveva farlo per “l’amica Ale” (Moretti) candidata in Veneto né per la “Raffaella” (Paita), candidata del Pd in Liguria (l’unica regione dove Renzi teme di finire sconfitto), ma per lui, De Luca.
La visita a Salerno scorre veloce e frenetica, come è abitudine del premier. Solo che, tra una contestazione (degli insegnanti precari, dei Cobas scuola, dei centri sociali, etc.) e una polemica (grillini, SeL e FI attaccano a testa bassa contro ‘l’immondo connubio’ Renzi-De Luca) e un incontro con gli operai della Whirpool-Indesit (800 esuberi e tanta disperazione), De Luca ha organizzato, per il premier, una specie di visita alla ‘città del sole’ di campanelliana memoria: la sua.
Si comincia con l’aeroporto di Pontecagnano (sì, Salerno ce l’ha…), si passa alla ‘cittadella’ giudiziaria, fiore all’occhiello di De Luca, come pure per l’impianto di compostaggio (Salerno è città leader per la raccolta differenziata), poi, appunto, comizio al Grand Hotel dove al fianco di De Luca e Renzi c’è solo la segretaria campana, Assunta Tartaglione, che quasi implora il Pd di “restare unito”.
Infatti, i maggiori guai di Renzi, in Campania, sono due: il suo Pd, terremotato da anni, se non decenni, di faide e rivalità interne (Bassolino sta in un angolo, muto, Cozzolino appoggia ‘Enzo’, pur avendo perso primarie assai contestate, metà Pd rema contro De Luca: dai lettiani ai bersaniani fino ai popolari) e Napoli, dove Renzi non si fa vedere e dove non andrà. Solo che le elezioni, in Campania, si vincono a Napoli e dintorni, dove il premier preferisce non farsi vedere affatto, mica a Salerno, “Città del Sole”.


NB . Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2015 sulle pagine di Politica del Quotidiano Nazionale