Se nel #Pd prevalesse #Speranza… Due interviste al leader di Area riformista, la sinistra interna dem

Se nel #Pd prevalesse #Speranza… Due interviste al leader di Area riformista, la sinistra interna dem

13 Novembre 2015 0 Di Ettore Maria Colombo
Pubblico due interviste fatte, in due momenti diversi, al leader di Area riformista, la minoranza interna dentro al Pd, Roberto Speranza, ex capogruppo alla Camera. 
La prima è sulla situazione politica, il Pd e le alleanze ed è uscita su Quotidiano Nazionale l’11 novembre scorso. La seconda riguarda la manovra economica del governo ed è stata pubblicata il 27 ottobre scorso sempre sulle pagine del Quotidiano Nazionale. 

Intervista a Speranza su alleanze, amministrative, Pd

Metodo delle primarie, “da fare dappertutto, tranne dove vengono ricandidati bravi sindaci uscenti come Fassino a Torino e Merola a Bologna”. Obiettivo: ricostruire e far vincere “il centrosinistra, un campo largo in cui deve stare dentro, partecipando alle primarie, anche la neonata Sinistra Italiana”. E un ‘no’ secco all’Ncd perché “è difficile, per chi vuole fare il centrosinistra, allearsi nelle città con un partito che si chiama Nuovo Centrodestra”. Parla a QN Roberto Speranza, leader di Area riformista, la minoranza del Pd.
Onorevole Speranza, sono importanti le prossime amministrative?
Non si può immaginare che quella delle amministrative non sia una partita prioritaria, per il Pd. Se vuoi governare l’Italia, non puoi non partire dalle grandi città. Capisco che Renzi punti molto sul referendum istituzionale, ma prima ci sono le amministrative. Ogni
energia deve essere spesa per costruire le vittorie nelle città. Non vedo ancora una strategia chiara, nel Pd, rispetto a questo appuntamento e perciò ho chiesto di convocare una Direzione ad hoc del partito per parlarne. Veniamo da esperienze di buongoverno e in cui si è costruito un centrosinistra largo.
Quali rischi vede?
Due. Il primo è che prevalga, anche a livello locale, l’idea di costruire il Partito della Nazione e non il centrosinistra. E’ l’idea del ministro Lorenzin per Roma: Pd e Forza Italia con Marchini. Il secondo è di perdere il rapporto con quanto si muove a sinistra del
Pd. Certo, non aiuta chi pensa addirittura a un sostegno a Grillo al secondo turno. Due errori che possono far vincere l’M5S.
Ma allora quale dev’essere il quadro generale delle alleanze?
Bisogna rivolgersi alle forze civiche, al mondo associativo, a tutto quanto si muove nel campo democratico. Incalzando anche chi è alla nostra sinistra a costruire una nuova coalizione per il governo delle città.
E il metodo da seguire?
Quello delle primarie, lo strumento più utile da sempre per allargare il campo del centrosinistra e il miglior antidoto al Partito della Nazione. Si scelgono i potenziali candidati, poi i cittadini decidono. Pisapia venne fuori così e non era la prima scelta del gruppo dirigente del Pd, ma poi ha vinto e governato bene. Solo dove, come a Torino e a Bologna, i sindaci sono uscenti e apprezzati, è naturale la loro ricandidatura e fare le primarie vorrebbe dire solo indebolirli. Per questo non capisco le recenti polemiche su un bis di Merola che, a Bologna, ha lavorato bene.
E se, per dire, Sala non volesse fare le primarie, a Milano?
L’ipotesi di candidati calati dall’alto è sbagliata e rischia solo di dividere. Sala vuole candidarsi? Passi per le primarie, ne uscirà rafforzato.
Roma è un rebus indecifrabile…
Capisco l’ansia del totonomi, ma non è il momento. Il Pd romano è in una fase molto difficile, bisogna ricostruirlo dal basso e rilanciare una proposta seria per la città. Primarie indispensabili.
Vuol fare un appello a quei discoli di Sinistra italiana?
Sel governa con noi in quasi tutti i comuni del Paese. Io voglio che questa esperienza continui e che loro non si sottraggano alle primarie per costruire il centrosinistra. Detto questo, loro credono sia impossibile far vivere la sinistra nel Pd, per me è impossibile che la sinistra esista senza il Pd. Mi impegnerò sempre per costruire nuovi ponti. Ma guai a pensare di appaltare la rappresentanza della sinistra a Grillo.
E se l’Ncd si offre, nelle città?
Io voglio costruire il centrosinistra, con Ncd esiste un patto per il governo nazionale. Nelle città non serve, ed è difficile immaginare di fare il centrosinistra con un partito che si chiama Nuovo Centrodestra.

Intervista a Speranza sulla manovra economica del governo Renzi

“Non vorrei ci ritrovassimo a non pagare la tassa sulla casa, ma poi a dover pagare le Tac!”. Parla Roberto Speranza, leader della minoranza dem di Area riformista, ex capogruppo alla Camera.
Un giudizio complessivo sulla legge di Stabilità.
Coglie una fase nuova in cui finalmente arrivano primi segnali di ripresa, ma…
Ma? Sul limite del contante a 3 mila euro cosa pensa?
E’ un provvedimento che sposta poco, sul piano economico. Poteva essere evitato. Io di gente che gira con 3 mila euro in tasca non ne conosco mentre ne conosco tanta che non ha 100 euro per fare la spesa. Un segnale sbagliato. Ha ragione Cantone.
Anche sul versante della lotta all’evasione? E la Orlandi va difesa?
Il sottosegretario Zanetti ha pronunciato parole inaccettabili. Padoan, per fortuna, lo ha clamorosamente smentito. Il Governo deve combattere l’evasione fiscale, non l’Agenzia delle Entrate. Siamo il secondo Paese Ue per evasione fiscale con oltre 100 miliardi di euro. Lo dice anche il Def. Quando Renzi minimizza sbaglia e contraddice i documenti ufficiali del suo governo. Combattere l’evasione sul serio vuol dire trovare risorse per abbassare le tasse, combattere la povertà, aiutare i pensionati.
Quali aspetti la preoccupano di più?
L’insufficienza di investimenti, che sono il vero motore per il lavoro e la crescita. Poi la spesa per il welfare, sanità in testa, scesa a 111 miliardi contro i 115 previsti dal patto con le Regioni che ora rischiano grande difficoltà. Su scuola e sanità servono più risorse.
Poi c’è il capitolo casa…
Soddisfatti che Renzi abbia lasciato l’Imu su ville e castelli?
Sicuramente la retromarcia di Renzi è stata una nostra vittoria. Abbiamo evitato una clamorosa ingiustizia che, tra l’altro, pesa poco economicamente, circa 90 milioni l’anno, ma ancora non basta. Abbassare le tasse è giusto, ma si può fare con gli occhi del
centrosinistra o con quelli del partito della Nazione. La tassa sulla casa non esiste solo in quattro Paesi al mondo: Niger, Togo, Yemen e Thailandia… Non è accettabile un meccanismo da Robin Hood al contrario: chi ha una casa che vale molto risparmia  anche 1500 euro e oltre, chi ha una casa in periferia risparmia 100/150 euro! Serve un principio di vera progressività: ad esempio, se la tassa sulla casa la pagasse anche solo il 10% dei contribuenti, quelli più ricchi, si otterrebbe già il 37% del gettito totale. Il provento, oltre un
miliardo di euro, potrebbe essere usato per introdurre una misura universale di contrasto alla povertà.
Se i vostri emendamenti non passano o il governo mette la fiducia che succede?
Faremo le nostre proposte migliorative. Oggi è prematuro parlare di fiducia, ma è chiaro che la legge di Stabilità è un atto fondamentale, per un governo. Vedremo. Certo è che nel Pd la scelta non può essere tra chi applaude sempre Renzi e chi va via.
E’ giusto ricorrere contro l’Italicum?
Io, sull’Italicum, mi sono dimesso da capogruppo e non ho votato la fiducia. E’ una legge sbagliata nel merito e nel modo in cui ci siamo arrivati. Sulla costituzionalità si pronuncerà la Consulta.
Meglio stare nel Pd o fare una ‘Cosa Rossa’ o ‘Ulivista’ fuori?
Bisogna battersi dentro il Pd perché torni a essere il grande partito del centrosinistra e della sinistra ed evitare diventi il partito della Nazione. Uscire dal Pd è sbagliato e aiuta la seconda opzione.