Renzi ha pronta una nuova legge elettorale: premio alla lista e sbarramento al 5%, ma se ne parla dopo le primarie per presentarla

18 Aprile 2017 0 Di Ettore Maria Colombo

Altro che il mantra, da tempo ripetuto, “noi una proposta sulla legge elettorale l’abbiamo fatta, ora spetta alle opposizioni che si sono dimostrate tutte a favore del proporzionale fare una  proposta,,,”. Il Pd – quello di Matteo Renzi, si capisce – sta per depositare una nuova, e articolata, proposta per uscire dall’impasse sulla legge elettorale. Ma la data per “aprire i giochi” sull’argomento è l’8 maggio, quando Renzi sarà, così almeno spera, legittimato dal voto popolare (il 30 aprile) e sarà proclamato segretario dall’Assemblea nazionale del Pd (il 7 maggio).

Infatti, solo quella doppia consacrazione gli permetterebbe di godere di una maggioranza granitica in Assemblea e in Direzione nazionale e di fare proposte, pienamente legittimato e di nuovo segretario – non più, cioè, “libero  e semplice cittadino” come dice, modestamente, di sentirsi oggi – non solo sulla legge elettorale, ma anche in tema economico e sociale.

Tornando alla nuova proposta di legge del Pd in materia elettorale, se i principi sono sempre quei due (“garantire governabilità e rappresentanza”), le specifiche sono assai lontane dal punto di partenza, il Mattarellum. Due i punti qualificanti della proposta. Da un lato, un doppio premio di maggioranza (oggi previsto solo alla Camera grazie all’Italicum), ottenuto estendendo l’attuale soglia per raggiungerlo (40%) anche al Senato, ma si badi bene un premio da assegnare alla lista, e non alla coalizione vincente. Dall’altro, una norma ‘anti-frammentazione’. Vuol dire stabilire un’unica sbarramento, da fissare al 5%, facendo la media tra il 3% – oggi previsto, sempre dall’Italicum, alla Camera – e l’8% che il Consultellum prevede, solo al Senato, per i partiti non coalizzati.

E’ chiaro che l’interlocutore del Pd per una proposta siffatta è e può essere uno solo, Forza Italia. E se Renzi non si fida troppo di Berlusconi (“Noi siamo pronti all’accordo con lui – sospira un renziano di rango – ma lui continua a tramare, come dimostra il caso Torrisi”), è anche vero che c’è lo spauracchio dell’eliminazione dei capolista bloccati a spingere a più miti consigli il Cavaliere. Certo, nella proposta del Pd, ci sarà il premio alla lista, mentre il Cav vuole introdurre il premio alla coalizione (almeno così dice). Inoltre, il premio alla coalizione lo chiedono anche molti dei suoi avversari interni (Orlando) e dei suoi alleati (Franceschini).

Renzi, dunque, ha bisogno di essere riconsacrato leader per avanzare, ufficialmente, questa sua nuova proposta. Ma è anche convinto che la spada di Damocle dell’eliminazione dei capolista bloccati offerta su un piatto d’argento ai 5Stelle convincerà Berlusconi a scendere a più miti consigli. Infatti, senza di essi, “per FI sarebbe un dramma – nota un dirigente renziano di alto grado – perché perderebbe voti al Nord a favore dei leghisti e al Sud a favore dei democristiani mentre noi ce la caveremmo egregiamente, eleggendo tutti con le preferenze”. “Male che vada – riflette una fonte altolocata del Nazareno – vorrà dire che andremo a votare con il sistema attuale (Italicum alla Camera e Consultellum al Senato, ndr), siamo i soli cui conviene andare a votare con la legge attuale”,

In attesa della (presunta) vittoria, quella per le primarie, Renzi prepara il rush finale della sua campagna. Per scaldarsi i muscoli, ieri l’ex premier ha corso con l’amico – e sindaco di Prato – Biffoni, la locale ‘Maratonina’ (ben 21 km. e sotto il sole…). Chi lo ha visto assicura che “è dimagrito di almeno dieci chili”. Lui, via Facebook, si è limitato a commentare, entusiasta, che “la politica deve imparare dalla corsa la scelta di mettersi in gioco”. Solo le prossime settimane diranno se ci avrà visto giusto.


NB: L’articolo è stato pubblicato a pagina 10 del Quotidiano Nazionale il 18 aprile 2017